Quanta qualità c’è in una casa Thoma? Parte 2 di 2
Nella parte precedente abbiamo visto con quale qualità Thoma segua il “confezionamento” dei propri prodotti, curando la scelta e la fornitura della ...
Molte persone restano affascinate dalla filosofia e dai prodotti Thoma e chiamano in azienda per avere maggiori informazioni sulle prestazioni che possono garantire le case Holz100. Tra le domande più frequenti e ricorrenti c’è quella fatidica: “Quanto costa a mq una casa Holz100?”.
È una domanda tra le più facili e allo stesso tempo tra le più difficili cui dare riscontro. Tra le più facili perché è sufficiente rispondere con un numerino – il prezzo a mq-, tra le più difficili perché un numero non può sintetizzare tutta una serie di considerazioni che vanno fatte e che esponiamo qui di seguito.
Partiamo dicendo che una casa Thoma può avere un costo in linea con i costi della architettura biologica e naturale, molto dipende dalle scelte fatte dal progettista e dal committente. Va precisato che la bio-architettura ha dei prezzi maggiori rispetto quelli della edilizia tradizionale e ciò in quanto impiega elementi realizzati in parte o in toto in modo artigianale e con materia prima naturale. Nel caso di Thoma viene impiegato un legno di prima scelta, proveniente da piante mature, tagliato solo in determinati periodi dell’anno, in quota, lasciato riposare per almeno 1 anno, quindi essiccato al forno, selezionato per togliere quelle parti che presentano evidenti difetti, ecc…
In edilizia il termine “economico” o “popolare” sta acquisendo sempre più un significato negativo e qualunquista. Per la bio-edilizia si adatta meglio la locuzione “buon rapporto qualità-prezzo”. Infatti a causa di sostanze dannose, muffa, elettrosmog, rumore, pessimo clima ambientale e illuminazione, stanze fredde e scomode…, possono essere nocive non solo le case “moderne”, ma anche gli ambienti di lavoro: si parla di sick building syndrome. Se una casa o un ufficio sono economici e poi si rivelano pericolosi per la salute di chi li frequenta, possiamo dire che il committente ha speso poco ma alla fine si ritrova in mano un edificio che ha un basso valore qualitativo e che non è a misura d’uomo.
Il prezzo poi è influenzato da molti fattori e può essere scomposto in una parte individuale e in una parte sociale.
La componente individuale del prezzo
La prima componente riguarda ciò che in prima persona facciamo, investiamo, ideiamo ecc… per realizzare la nostra casetta. Ci sono committenti che per convinzione o per necessità cercano di risparmiare facendo ricorso a una certa dose di creatività e divertimento, impegnandosi a svolgere una parte dei lavori in proprio. Eccoli quindi all’opera per la posa del cannucciato, l’intonaco di terra cruda, il pavimento in legno, oppure montarsi i pavimenti di legno, compresi i sottofondi.
Ci sono però anche committenti che non hanno tempo o la necessaria abilità manuale… in questo caso che fare per ridurre i costi? Innanzitutto rivolgersi a progettisti ed artigiani esperti e impegnati, che ci aiuteranno a fare le scelte più opportune. In secondo luogo è una scelta azzeccata cercare di ridurre e ottimizzare il più possibile le superfici abitate, la statica (travi a sbalzo, muri fuori squadra …fanno aumentare i costi) e i volumi vuoti (ad es. sottotetto). E´ una strada sempre più in linea coi tempi: più una casa è grande e più diventa difficile gestirla, organizzarla, viverla, pulirla, fare manutenzione… Stanno perdendo sempre più di significato spazi come le cantine, le taverne… che vengono impiegate pochi momenti all’anno, con grande dispendio di energia e di spazio: ne vale veramente la pena? Anche i parcheggi interrati, insieme alle cantine, contribuiscono non poco ad aumentare i costi, perché si tratta di scavare e realizzare dei muri di sostegno in cls armato: una soluzione anche poco ecologica, che negli ultimi anni è stata frequentemente penalizzata dagli allagamenti che purtroppo diventano sempre più frequenti.
Altre domande che è utile porsi sono le seguenti: in quanti siamo in casa? Ci sono dei figli che tra qualche anno andranno a vivere per conto proprio? Ci sono degli anziani che fanno fatica a fare le scale per cui conviene farla su un piano solo? Ovviamente meno piani si erigono e minore è il costo a mq, meno metri quadri si occupano e minore è il costo complessivo.
Poi è opportuno che la forma e le piante dell’edificio siano compatte, le installazioni semplici: questi aspetti sono importanti anche per ridurre le dispersioni termiche dell’edificio e quindi i consumi energetici.
Da non trascurare è la parte impiantistica: più gli impianti sono numerosi e complicati, più c’è il rischio che emergano degli errori di installazione e dei problemi in corso di esercizio e di manutenzione. Per questo noi di Thoma siamo per la semplificazione e per riduzione al minimo della parte impiantistica .
Importante è pure ridurre il numero delle ditte/artigiani che lavorano per realizzare casa nostra, magari cercando -come detto in precedenza- di farsi dei lavori in proprio. Per motivi di sicurezza, il completamento dei lavori in proprio – se siamo in grado di farlo, mi raccomando!- può essere fatto quando l’impresa costruttrice ha ultimato il cantiere commissionato.
Cambiano i tempi e si fanno strada nuovi modi di stare insieme, come vivere in comunità per ridurre le spese e promuovere i rapporti sociali: anche in questo modo si può costruire riducendo i costi.
Infine vanno messi in conto valutazioni a lunga scadenza: l’ammortizzazione legata alle misure di risparmio energetico, l’assenza o la ridotta manutenzione legata a una costruzione di qualità e all’impiego di materiali durevoli nel tempo…
Quali sono i costi della componente sociale del costruire?
L’edilizia tradizionale ha dei costi sociali enormi che vengono pagati non solo da ciascun committente ma anche da ognuno di noi; tra questi ricordiamo in particolare i costi di inquinamento, di sfruttamento e danneggiamento dell’ambiente e il riscaldamento globale, i costi di sovvenzionamento dell’energia per imprese energivore, spese sanitarie dovute alle conseguenze dei materiali edili impiegati sulla salute dei committenti, dei lavoratori, degli artigiani ecc. I maggiori costi che ne derivano sono stati stimati in circa il 10% dei costi di costruzione, affitti ecc… e vengono scaricati su ogni cittadino tramite le tasse e le assicurazioni su sicurezza e salute. La politica dovrebbe intervenire e premiare chi sceglie di vivere in una casa in legno massiccio naturale, una scelta ecologica a imitazione del ciclo della natura: incentivi in tal senso potrebbero essere riduzioni delle tasse o degli oneri di urbanizzazione.
Il bilancio CO2 di una casa Thoma Holz 100, al contrario di una casa costruita in modo tradizionale, è addirittura negativo, in quanto nel legno delle case risulta immobilizzato un enorme quantitativo di anidride carbonica e le varie fase di edificazione e di gestione della casa vanno a intaccare solo in minima parte questo risultato.
Altri costi sociali derivano da tutte quelle case e quei capannoni in calcestruzzo prefabbricato che vediamo abbandonati e fatiscenti un po’ dappertutto e che nei tempi recenti in Italia vengono riempiti di rifiuti pericolosi e tossici da gente senza scrupoli. Chi pagherà i costi di demolizione, rifacimento, bonifica? Se non direttamente noi cittadini, le generazioni future, quindi i nostri figli e nipoti, saranno chiamati a farvi fronte: che bella eredità!
Anche in questo caso l’azienda Thoma si è dimostrata lungimirante e ha ideato la “Mobilie”, un sistema costruttivo modulare che può essere smontato e rimontato dove si vuole, mantenendo inalterato nel tempo il valore immobiliare che si è acquistato. In uno dei prossimi articoli del Blog verranno presentati esempi di case costruite con la “Mobilie”, i più curiosi possono fin da subito scaricarsi la relativa brochure nella sezione download.
Possiamo concludere dicendo che avere una casa sana è come vivere e mangiare sano: in entrambi i casi ci troviamo di fronte a dei costi che non sono convenienti nel senso prettamente economico, ma hanno un valore aggiunto in quanto in grado di garantire una qualità edilizia inalterata nel tempo e di delimitare un ambiente adeguato per salvaguardare la nostra salute e il nostro benessere. E guarda caso la mission che l’azienda Thoma si è data è proprio quella di costruire la casa più sana del mondo.
I materiali naturali che promuovono la nostra salute non sono forse impagabili e, alla fine, che non facciano bene anche al nostro portafogli, così come ricorda il detto: “Chi più spende meno spende”?!